CORONAVIRUS E INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Da approfondire un possibile nesso Inquinamento-Covid

Sono ormai diverse le teorie che ipotizzano una correlazione tra diffusione e letalità del coronavirus Sars-CoV-2 e i livelli di inquinamento atmosferico.

L’Università di Harvard ha pubblicato di recente uno studio che confermerebbe un legame statistico tra i decessi e l’inquinamento atmosferico. Lo studio titola Exposure to air pollution and COVID-19 mortality in the United States.

Un team di ricercatori internazionali, tra cui anche l’italiana Francesca Dominici in qualità di co-direttrice dell’Harvard Data Science, ha raccolto dati sulla concentrazione dei particolati fini negli ultimi 17 anni su oltre 3.000 contee, incrociandoli con i conteggi dei decessi Covid-19 per ciascuna contea fino al 4 aprile.

A seguito di complesse analisi statistiche si è evidenziato che ad un aumento di solo 1 μg/m3 di PM2.5 sarebbe associato un incremento di circa il 15% nel tasso di mortalità da Covid-19.

Anche l’Università degli Studi di Catania si è espressa in merito all’emergenza Covid con uno studio sulle possibili cause della diversa diffusione in Italia.

Il prof. Andrea Rapisarda, associato di Fisica teorica dell’Università di Catania, sostiene che «Da una analisi basata sui dati ufficiali messi a disposizione da parte dell’Istat, dell’Istituto superiore della Sanità e di altre agenzie europee si è trovata una interessante e forte correlazione fra l’impatto della pandemia da Covid-19 e diversi fattori che caratterizzano in maniera diversa le regioni italiane quali inquinamento atmosferico da PM10, temperatura invernale, mobilità, densità e anzianità della popolazione, densità di strutture ospedaliere e densità abitativa»

D’altra parte, a prescindere dal Coronavirus, le PM2.5 insieme alle PM10 sono tra i maggiori fattori di inquinamento anche in Europa e in Italia, che contano un elevato numero di morti premature. Il particolato fine si introduce nelle nostre vie respiratorie e si deposita nei polmoni senza essere filtrato, causando un indebolimento e una maggiore vulnerabilità di quegli organi che sono proprio uno dei target primari del nuovo Coronavirus.

Riportiamo delle immagini disponibili sul sito di ARPA Lombardia che evidenziano come, in seguito alle misure messe in atto dal Governo e dalle ordinanze regionali per far fronte all’emergenza Coronavirus, si sia rilevato un trend di generale riduzione delle concentrazioni degli inquinanti. Tale trend deve essere attribuito, in proporzioni non quantificabili in modo preciso e comunque dipendenti dalle singole giornate e dal singolo inquinante, all’insieme di 3 fattori: riduzione delle emissioni (in particolare dal settore trasporti), variazione delle condizioni meteorologiche (comunemente meno favorevoli all’accumulo in questo periodo dell’anno) e condizioni ambientali che influiscono sulle reazioni chimico-fisiche in cui sono coinvolti gli inquinanti.

Qualità dell'aria al 22/02/2020

ARPA Lombardia – Qualità dell’aria al 22/02/2020

 

Qualità dell'aria al 29/02/2020

ARPA Lombardia – Qualità dell’aria al 29/02/2020

Qualità dell'aria al 14/04/2020

ARPA Lombardia – Qualità dell’aria al 14/04/2020